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Zammù ricomincia da tre

di Luciano Granozzi

Posizionando sulla rampa di partenza Zammù Multimedia, l'Università di Catania riprende e rilancia una sua piccola e bella tradizione


La web-radio fu una scommessa piuttosto pionieristica avviata quasi dieci anni fa, dentro un laboratorio didattico al tempo del boom dei corsi in Scienze della comunicazione. Oggi è una delle pochissime radio universitarie italiane a trasmettere anche in Fm, è diventata punto di riferimento in ambito giovanile e, quando propone i suoi prodotti a livello nazionale, non sfigura. In quegli stessi anni l'ateneo ha costituito un buon terreno di coltura per una leva di giovani professionisti che hanno mosso i loro primi passi nel giornalismo universitario. Infine basta scorrere la lista quotidiana degli appuntamenti rubricati nella nostra agenda per valutare la densità e la qualità di scambi scientifici e culturali che l'Ateneo garantisce alla comunità accademica e al territorio. «L'università nella città» non è una delle solite iperboli, si tratta di uno slogan credibile.

Che senso ha investire per dotarsi di nuovi strumenti di esplorazione della galassia dei nuovi media? Se ciò dovesse limitarsi alla ricucitura di alcuni strappi del recente passato, non ne varrebbe la pena. Lo stiamo facendo per motivi meno contingenti e di maggiore ambizione.

L'idea di una web-tv universitaria è collegata innanzi tutto al desiderio di un'università «che si vede». Perciò il primo requisito della collezione di lezioni online di Zammù TV è il loro carattere aperto. Produrre materiali per e-learning che non possono essere verificati, come succede nel dilagare dei corsi di formazione a distanza (fad), limitarsi a un numero chiuso di utenti, non risponde all'esigenza fondamentale della formazione pubblica che è quello della pubblicità anche degli strumenti che vengono realizzati e utilizzati. Dinanzi alla grande quantità di risorse digitali disponibili, la vera scommessa sarà di non rassegnarsi alla frammentazione; coltivare la capacità di muoversi in un universo così ricco d'informazioni senza rinunciare alla consapevolezza della complessità, alle capacità di ragionamento e di analisi.

La web tv e la radio universitarie sono perciò, innanzi tutto, la costruzione di una  piattaforma sperimentale di didattica online basata su uno standard aperto e uno strumento di divulgazione al grande pubblico del lavoro di ricerca che si svolge all'interno dell'università.

Ma che c'entrano allora i reportage, i documentari, le inchieste? È che vogliamo un'università «che guarda» e che sia capace di parlare alla città. Che c'entrano i video sulle band musicali, lo zapping su YouTube, gli esperimenti di animazione 3D? È che vogliamo un'università capace di ascoltare i nuovi linguaggi e di pensare assieme ai propri studenti. Insomma, un'università che sia tutto il contrario di ciò a cui vorrebbero ridurla i contabili dell'eccellenza quantificata, le burocrazie inerti e leggermente sadiche, i governi che la affamano nel tentativo di renderla docile e rassegnata. Il nostro sforzo sarà fare in modo che voi possiate continuare ad ascoltarla e a raccontarla dai microfoni della radio, riprenderla col micro-drone HD che da oggi comincerà a svolazzare sui luoghi storici dell'Ateneo. O più semplicemente con la telecamera del vostro telefonino.