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Biagini: «L’arte è una continua domanda»

di Marco Di Mauro e redazione web

Al Dipartimento di Scienze umanistiche un seminario del Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, uno dei centri di ricerca teatrale più importanti a livello mondiale




«L'arte è una delle tecniche il cui sguardo sul mondo, umano o naturale, è una sorta di domanda continua, così come testimoniano i grandi artisti: la loro vita ci appare infatti come un’investigazione continua e mai soddisfatta». Così Mario Biagini, direttore associato del Workcenter di Pontedera, uno dei centri di ricerca teatrale più importanti e riconosciuti a livello mondiale, fondato da Jerzy Grotowski, illustra il senso del seminario proposto venerdì 25 gennaio nell’auditorium De Carlo del dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania in collaborazione con l’Associazione Musicale Etnea.

Un momento di studio dell’attività del centro fondato da uno dei maestri della regia teatrale del Novecento, Grotowski appunto, e anche il pretesto per «mostrare a persone che non sono necessariamente dei professionisti del mestiere teatrale alcuni piccoli accorgimenti utili a creare situazioni in cui le persone si incontrano con il pretesto del canto, scoprendo che tutti insieme si riesce a creare qualcosa in grado di regalarci una qualità di vita istantanea superiore rispetto alla quotidianità», spiega Biagini, che con Thomas Richards è l’unico erede del patrimonio culturale di Grotowski e dell'intero corpus dei suoi scritti. «Nel seminario – prosegue – proviamo a suscitare cura, attenzione verso l'ascolto e il canto e al tempo stesso a mantenere attenzione e reciprocità verso gli altri, riflettendo sul mistero che, anche dopo anni di vicinanza, possono continuare a rappresentare».

Nel corso dell’incontro sono stati poi proiettati frammenti filmati di opere e lavori che – ha ricordato la docente Simona Scattina – hanno permesso agli allievi e agli altri partecipanti di scoprire l’attività del centro di Pontedera che dal 1999, con Biagini, Richards e gli altri attori, porta avanti il percorso di ricerca sulla performance avviato da Grotowski e che, grazie all’impulso dell’Ame è stato proiettato per un giorno nella scena catanese. «E’ stato un bel momento di incontro, che ha coinvolto gruppi, cori ma anche semplici curiosi – sottolinea Biagio Guerrera – nel quale abbiamo tentato di intrecciare e rielaborare teatro musica tradizione, con una grande voglia di apertura alla società e a tutto ciò che sta al di fuori del mondo dell'arte».