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Tanti modi di dire teatro

Omaggio all'attore e regista Lamberto Puggelli, a cura di Salvo Piro. Dieci ospiti d'eccezione lo ricordano attraverso le sue parole in una rubrica culturale della "Fondazione Lamberto Puggelli", online dal 5 aprile al 2 giugno


Dal 5 aprile al 2 giugno,  dieci ospiti d'eccezione faranno rivivere l'indimenticato maestro Lamberto Puggelli nella rubrica culturale online "Tanti modi di dire Teatro", curata da Salvo Piro e promossa dalla Fondazione Lamberto Puggelli, un omaggio alla memoria dell'attore e regista milanese, catanese di adozione, scomparso nel 2013.

Massimo Foschi, Paola Mannoni, Leo Nucci, Stefania Graziosi, Umberto Ceriani, Alessandra Costanzo, Franco Sangermano, Manuela Ventura, Paolo Bosisio e Giorgia Boscarino, allievi, studiosi e amici di Puggelli, attraverso la lettura di brani tratti dal suo libro "Nel dolore la gioia mi parla"(Skira, 2012) ci condurranno in una passeggiata all'interno del percorso artistico del Maestro, impreziosita da foto di scena, locandine e riflessioni sul teatro.

Le puntate saranno trasmesse tutti i lunedì alle 18, sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione. 

«Non vorremmo fossero solo ricordi, ma veri scorci di ispirazione per questi tempi difficili, un’eredità culturale che Lamberto ci consegna e che, ora più che mai, può esserci utile», spiega Salvo Piro

«Immagini, parole che provengono da un mondo che oggi appare quasi lontano - prosegue l'attore -  un universo che pare ora dileguare nelle nebbie del “non necessario”. E invece a volte le parole possono e devono rivelarsi, sì, necessarie. Appigli indispensabili per non naufragare nell’indistinto mare dell’emergenza, fari che ci indicano dove poggiare i piedi, ancore che permettono vitali soste nelle rade della coscienza, per noi, gente di teatro, e per tutti coloro che sentono il teatro un luogo caro, qualcosa di cui sarebbe meglio non privarsi ancora a lungo. Sono parole che sembrano scritte adesso, trasudano bruciante attualità. Miglior momento, allora, non v’è per tirarle fuori dallo scaffale, ridar loro voce e onorare così l’opera di un maestro d’Arte e di Vita».