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Barbara Oliveri

Le ragazzine andavano in giro seguendo l’improponibile (col senno di poi…) moda del momento. Io non avevo ancora imparato a camminare e mangiucchiavo braccialetti di caramelle. Era il 1992 e non ero neanche arrivata alla prima fase dell’apprendimento del linguaggio. Alta un metro e una Fruittella, tenevo un microfono in mano e le musicassette dello Zecchino D’Oro a tutto volume nelle feste di compleanno di amici e parenti. Scrivevo il mio Giornalino di classe con tanto di fumetti e sapevo che da grande avrei fatto la stilista.

Poi qualcosa va storto: papà mi regala il quarto album di Elisa, Lotus. I Chemical Brothers vanno in sala d’incisione, cantano The Golden Path. E io vado in camera mia. Scrivo. E canto.

Nel 2011 prendo la maturità Classica e imparo a dire qualche parolaccia in greco antico. Poi mi iscrivo al corso di Lingue per la comunicazione internazionale nel dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, e ci metto un po’ per imparare a dirlo tutto per intero, tutto d’un fiato. Nel frattempo studio canto, fermo i miei pensieri dietro alle righe di fogli in carta riciclata, ascolto musica, accendo la radio. La musica che mi incuriosisce deve farmi sentire le farfalle nello stomaco. Quelle che si sentono quando si è innamorati. Quelle che sento quando accendo il microfono e metto le cuffie.

Entro a far parte della Radio dell’Università di Catania nel 2012. Adesso faccio parte della redazione giornalistica e sono in pratica per il tesserino da giornalista pubblicista. Conduco il magazine universitario Post it e collaboro con il network m2o scrivendo il radiogiornale per m2U university. Ho interrogato i prof dell’Ateneo catanese con Sotto a chi prof e vi faccio ascoltare la mia musica preferita con Hipster Dixit.

Nel cassetto vicino al letto tengo il mio libro preferito, qualche sogno, carta e penna, e un vecchio cd. Il mio sport preferito è la corsa (per non perdere l’autobus).


I suoi contributi


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