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La letteratura per l'infanzia nell'Italia liberale: infanzia, melanconia, modernità

di Salvo Noto

La sfida del 'Fare gli Italiani" tra voglia di futuro e nostalgia del passato, nell'analisi della prof.ssa Maria Truglio, docente di Italiano alla Pennsylvania State University




Una delle principali sfide del neonato Stato unitario fu quella di ‘Fare gli Italiani’, ovvero costruire l’identità nazionale di un popolo, cercando al tempo stesso di agganciare il Paese al treno della modernità. In questa avventura, molte volte approfondita dalla storiografia, nel periodo che va dall’Unità all’ascesa del Fascismo, fu pienamente coinvolta la letteratura per l’infanzia, come ricorda la professoressa Maria Truglio, docente di Italiano alla Pennsylvania State University, autrice di un recente volume dal titolo “La letteratura per l’infanzia nell’Italia liberale: infanzia, melanconia, modernità”.

Incontrando gli studenti del dipartimento di Scienze della Formazione il 6 novembre scorso, la docente italo-americana, invitata dal prof. Letterio Todaro, docente di Storia della Pedagogia, ha passato in rassegna alcuni aspetti significativi di testi come “Le avventure di Pinocchio” di Collodi, “Cuore” di De Amicis, ma anche di altri meno noti come “Piccoli eroi” di Cordelia, ricercando in essi la comune tendenza a contribuire al processo di costruzione dell’identità nazionale del nuovo Regno d’Italia, al tempo stesso rilevando, anche dai messaggi didattici che non rimangono mai sotto la superficie delle storie, quegli elementi che denotano, anche nella rappresentazione della fanciullezza, un’oscillazione tra la modernità tanto ricercata e quella melanconia che scaturisce dalla perdita di un passato.