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La letteratura italiana tra riforme e rivoluzioni

di Zammù TV e Irene Alì (redazione web)

In video l'appassionato intervento del professore Gian Mario Anselmi (Università di Bologna). Ospite del Disum, l'italianista ha parlato di riformismo settecentesco e di come certe tematiche attuali siano state affrontate dagli illuministi: «Il loro contributo potrebbe essere utile anche al dibattito odierno»




Il prof. Gian Mario Anselmi, docente di Letteratura italiana all'Università di Bologna, è stato ospite del Dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania per tenere il seminario dal titolo "La letteratura italiana tra riforme e rivoluzioni" (18 maggio 2016), organizzato con la Sezione Didattica dell'Associazione degli italianisti.

«Sento con forza che la realtà ci interpella - esordisce in video il professore Anselmi - e sarebbe bene che scompaginassimo i programmi scolastici e universitari - spiega, avvertendo che per affrontare il tema al centro dell'incontro sono necessarie alcune premesse -. Bisognerebbe mettere al centro periodi, epoche e autori che sono stati troppo "citati" ma non più studiati a sufficienza. Mi riferisco in particolare alla prima metà del Settecento e ai riformatori. Bisognerebbe ricominciare a studiare l'Illuminismo "come Dio comanda" (non so se gli illuministi avrebbero approvato questa espressione, ma alcuni sì) - ironizza - e cominciare a studiare la nostra identità a partire dal grande Settecento riformatore».

«Noi in Italia non abbiamo una grande tradizione di dibattito sul riformismo - spiega -, abbiamo avuto delle riforme ma non un grande disegno riformatore». Per il professore è necessario "ricalibrare" la nostra letteratura e tornare a impadronirsi di epoche di pensatori, di autori «che ci aiutino a entrare in una stagione formidabile della nostra tradizione, non solo culturale ma letteraria in senso stretto». 

«Io credo che questa sia una battaglia che vale la pena fare, che apre grandi e interessantissime discussioni e ci porta immediatamente al dibattito di oggi: così avremo armi per controbattere all'ignoranza che sentiamo in giro, nei dibattiti televisivi e sui giornali. Noi siamo educatori - ricorda a tutti -, torniamo ai fondamentali per non essere sommersi dall'ignoranza abissale che ci circonda senza chiuderci nei nostri studi dorati lasciando fuori la realtà che abbiamo intorno. Cominciamo da coloro che hanno parlato di problemi concreti: i problemi posti da quegli studiosi ci riguardano ancora perché sono lungi dall'essere risolti - dice Anselmi citando "Dei delitti e delle pene", in cui Beccaria parla ad esempio della tortura, della pena di morte, della violenza, dell'ingiustizia, temi ancora all'ordine del giorno - ma di cui oggi si parla ignorando i fondamentali e con effetti devastanti».

Chi è. Il professore Anselmi si è occupato di storia della storiografia e di periodizzazione letteraria, di letteratura umanistica e rinascimentale, in particolare di Machiavelli e Guicciardini, dei quali ha fra l'altro curato per Bollati Boringhieri e Mursia l'edizione delle opere principali, di umanesimo bolognese e romagnolo, di Ariosto e Tasso, di Aretino, delle cui Lettere ha curato per Carocci una fortunata antologia. Ha coordinato per l'Edizione Nazionale delle Opere di Machiavelli, per la casa editrice Salerno, i volumi dedicati alle Istorie Fiorentine e agli scritti storici di Machiavelli. È membro del Comitato Direttivo preposto all'Edizione Treccani dell'Enciclopedia Machiavelli. Inoltre ha rivolto i suoi interessi agli ambiti della letteratura comparata e allo studio della tradizione letteraria tra Otto e Novecento, a partire dal Romanticismo europeo.

Ha svolto una costante attività di aggiornamento per insegnanti e ha collaborato a iniziative e pubblicazioni relative alla didattica della lingua e della letteratura italiana. Insieme a Ezio Raimondi ha coordinato importanti Antologie della letteratura italiana, Tempi e immagini della Letteratura, 6 volumi, Milano, Bruno Mondadori e Leggere, come io l'intendo..., 6 volumi, Milano, Bruno Mondadori.

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