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I Fondali di Aci Castello affidati all'area marina protetta Isole Ciclopi

Il Sito d’Importanza Comunitaria, inserito nella Rete Natura 2000, è stato istituito nel 1998 per tutelare e conservare l’intera area di natura vulcanica

Proposto già nel 1995, il Sito d’Importanza Comunitaria “Fondali di Aci Castello (Isola Lachea – Ciclopi)” è stato istituito nel 1998 per tutelare e conservare la natura vulcanica dei fondali di Aci Castello di particolare importanza anche per la flora e la fauna.

Inserito nella Rete Natura 2000, il particolare Sic è stato affidato al Consorzio Isole dei Ciclopi - costituito dal centro di ricerca Cutgana dell’Università di Catania e dal Comune di Aci Castello ed ente gestore dell’Area marina protetta Isole Ciclopi – con decreto numero 814 del 7 novembre scorso. Il consorzio dovrà occuparsi della gestione, della redazione dei Piani di gestione e anche dell’esitazione dei pareri previsti dalla procedura di Valutazione di Incidenza del Sic ITA070028 “Fondali di Aci Castello (Isola Lachea – Ciclopi)”.

L’affidamento rientra nell’ambito dei contenuti del Protocollo d’intesa del 7 luglio scorso – siglato tra il ministero dell’Ambiente, assessorato regionale Territorio e Ambiente e rappresentanti degli enti gestori delle aree marine protette – che prevede l’attivazione del progetto “Rete delle Aree marine Protette Siciliane” con cui “la Regione si impegna a nominare le Amp quali soggetti gestori dei siti marini della Rete Natura 2000 che coincidono, in toto o in parte, con i confini delle stesse Amp” proprio per adempiere all’individuazione di obiettivi e misure di conservazione dei Sic ai sensi della Direttiva Habitat. Il Sic coincide con la superficie dell’Amp Isole Ciclopi.

Sic Fondali di Aci Castello (Isola Lachea – Ciclopi)

Il Sic è stato istituito per tutelare e conservare l’intera area di natura vulcanica caratterizzata da substrati rocciosi che raggiungono una profondità media di 20-30 metri nella porzione centro-settentrionale e i 40 metri nella parte meridionale su cui si riscontrano le biocenosi fotofile caratterizzate da Cystoseira sp. Pl. nell’infralitorale superiore e da Dictyotaceae e Sphacelariaceae nell’infralitorale medio e inferiore.

Dove i fondali rocciosi raggiungono profondità maggiori è presente anche la biocenosi del Coralligeno in cui prevalgono le Rhodophyceae incrostanti. Nel tratto di mare compreso tra l’Isola Lachea e la costa, ma anche nell’area tra il porto di Aci Castello e i Faraglioni di Aci Trezza, è presente un Posidonieto su fondale misto roccioso-sabbioso.

In tutta l’area sono evidenti interi tratti di roccia con biocenosi a Rodoficee calcaree incrostanti e ricci in cui le rocce appaiono bianche oltre a una massiccia presenza di specie tropicali e indo-pacifiche come la Caluerpa racemosa e la Lophocladia lallemandii che negli ultimi anni hanno colonizzato le coste siciliane.

Significativa la presenza di Haliotis lamellosa, specie soggetta a prelievo indiscriminato dei pescatori di frodo, la cui cattura causa un forte impatto all’ambiente causato dal rovesciamento delle rocce dove l’animale vive.

Presenti anche specie ritenute “rare” per il Mediterraneo di briozoi, policheti e molluschi per la complessa morfologia e la qualità delle acque che hanno consentito l’insediamento come il serpulide Serpula israelitica recentemente inserito nella checklist delle specie marine italiane su segnalazione nell’area delle Isole Ciclopi a una profondità di 87 metri. E ancora i briozoi setosellinformi Setosella vulnerata e Setosellina capriensis a oltre 30 metri di profondità e tra i 50 e 100 metri anche le biocenosi da Detritico costiero, da Detritico del Largo e di transizioni fra il Detritico del Largo e i Fondi Terrigeni costieri.