I dialoghi della vagina: libertà e uguaglianza per l'inclusione femminile

Lo spettacolo diretto da Virginia Risso, anche interprete con Gaia Contrafatto, andato in scena al Cut, nell'ambito del "Catania Off Fringe Festival", raccontato per noi da Elisabetta Maria Teresa Santonocito, studentessa di Lettere al Disum di Unict

Elisabetta Maria Teresa Santonocito

Sulla scena soltanto due leggii e, come "direttrici d’orchestra" che si apprestano a dirigere, dalle quinte emergono due figure femminili che attraversano il palco con uno spartito tra le mani pronte per cominciare lo spettacolo, o meglio un dialogo, che coinvolgerà direttamente il pubblico, mettendo alla prova la sua capacità di improvvisazione. Ogni parola e ogni battuta, scelte con cura e con le giuste pause per un effetto comico assicurato, sono accompagnate, in questa stand up comedy, da una forte carica di espressività.

"Vagina", "vulva", "mestruazioni", "sesso", "masturbazione", "orgasmo", "libertà": parole invisibili, inesistenti, quasi indicibili che l’autrice e attrice Virginia Risso e l’attrice Gaia Contraffatto portano in scena con ironia e spregiudicatezza, sin dalle loro definizioni scientifiche, tratte dall’Enciclopedia Treccani. 

Nel corso della performance il termine "vagina" ricorre circa un centinaio di volte e, da tabù, diventa pian piano familiare. L’intento è approdare a un maggiore livello di conoscenza, perché non si può comprendere ciò che non si conosce e di cui neanche si parla, se non per allusioni fallaci, confusionarie e inconcludenti. E se non si conosce e non se ne può parlare è automaticamente "invisibile", come le tante donne mutilate, stuprate, vittime di ogni sorta di violenza, che spesso restano nell’ombra, abbandonate al loro destino.

Tante giovani donne del passato e del presente sono cresciute e continuano a crescere senza una reale conoscenza di sé a causa di stereotipi e pregiudizi profondamente radicati. Soltanto i valori della libertà e dell’uguaglianza possono agire contro tabù e ignoranze, aprendo la strada verso un futuro di maggiore conoscenza e consapevolezza, verso il superamento di ogni perbenismo e falsa credenza e verso una crescente considerazione e inclusione femminile all’interno della società.

Sul solco tracciato nel 1996 dalla drammaturga statunitense Eve Ensler, I dialoghi della vagina di Risso e Contraffatto rappresentano un tentativo in questa direzione, che chiama in causa gli spettatori e, attraverso il registro dell’ironia, li spinge a riflettere. 

Seppur l’universo maschile si possa sentire poco rappresentato se non addirittura leggermente discriminato, la performance raggiunge il suo obiettivo: affrontare esplicitamente temi considerati ancora tabù e così stimolare il dibattito sulle questioni di genere.