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Falcone e Borsellino, «due sognatori accaniti»

di Carmen Valisano

Cos'è la mafia? Chi sono i mafiosi? Due domande difficili rivolte agli studenti catanesi in occasione della ricorrenza della strage di Capaci. «La lotta è difficile che si vinca definitivamente, avremo altre mafie e altri problemi - spiega Salvatore Lupo, esperto di Cosa nostra - Ma nemmeno deve prevalere lo sconforto»


Una mentalità, un'organizzazione che si occupa di prostituzione e droga, un modo di essere. Difficile per gli studenti catanesi dare una definizione della mafia. Una domanda posta loro in occasione dell'anniversario dell'uccisione del giudice Giovanni Falcone, assassinato 22 anni fa assieme alla moglie e agli uomini della scorta. L'interrogativo nasce dalla celebre frase di Antonino Caponnetto, quel «È tutto finito» mormorato subito dopo l'omicidio di Paolo Borsellino. Da quello sfogo, smentito poi dallo stesso Nonno Nino con la sua instancabile opera di sensibilizzazione delle nuove generazioni, parte l'approfondimento giornalistico realizzato da Radio Zammù in uno speciale dal titolo La mafia è un fatto umano. 

Chi sono i mafiosi? Dottori, politici, degli sconfitti. «Anche io posso essere mafiosa», afferma provocatoriamente una giovane studentessa. «Il vero mafioso ti guarda da lontano, ma conosce tutti», ribatte un altro. «Abbiamo delle generazioni molto sensibili e stiamo lentamente cambiando moltissime cose», spiega Luca Salici, autore assieme a Luca Ferrara della graphic novel Non è finito tutto. «La mafia non ha vinto, sono cambiate tantissime cose - spiega - Il problema è culturale e su questo possiamo svolgere un grandissimo ruolo». Un pensiero condiviso anche dal docente di Storia contemporanea Salvatore Lupo. «La mafia non ha vinto. Tutti i suoi leader sono in prigione, le richieste di allora sono rimaste insoddisfatte». Ma ciò non significa che Cosa nostra abbia perso, avvisa il professore: «La lotta è difficile che si vinca definitivamente, avremo altre mafie e altri problemi. Ma nemmeno deve prevalere lo sconforto», precisa. 

Un percorso lungo e difficile. Che continua sulle orme di uomini come Falcone e Borsellino, definiti così da due studentesse: «Due sognatori accaniti», «Due pazzi che avevano delle belle idee». 

Riascolta l'intera puntata di La mafia è un fattore umano

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