AntropologiaArcheologia / ArteBiotechChimicaDirittoEconomiaFilologiaFilosofiaFisica e AstronomiaInformaticaIngegneria / ArchitetturaLatinoLetteraturaLinguisticaManagementMatematicaMusicologiaPedagogiaPsicologiaScienze agrarieScienze ambientaliScienze biologicheScienze del farmacoScienze della TerraScienze e tecnologie alimentariScienze medicheScienze naturaliScienze politicheSociologiaStoriaStoria del cinema

Catania come Napoli? Un ‘museo diffuso’ nelle stazioni della Metro

Accordo tra Ibam-Cnr e Ferrovia Circumetnea per promuovere e valorizzare il patrimonio artistico e culturale della città. Si comincerà dalla nuova stazione ‘Stesicoro’

 


Presto Catania potrebbe seguire l’esempio di Napoli, riempiendo di opere d’arte alcune delle stazioni della metropolitana cittadina. La proposta giunge dall’Ibam-Cnr, l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Consiglio nazionale delle Ricerche, che avvierà uno studio per la realizzazione di un “museo diffuso” underground.

Raccontare la città e il territorio su base tematica, valorizzando gli aspetti caratteristici e distintivi di un territorio attraverso l’utilizzo di strumenti comunicativi in grado di attrarre quanti fruiranno dei servizi della FCE per creare, in tal modo, cultura ed informazione, questo l’obbiettivo dell’accordo siglato, secondo il direttore dell’Ibam Daniele Malfitana e il direttore generale della Fce Alessandro Di Graziano.

Un vero e proprio museo, raccontato per immagini, a disposizione dei passeggeri/cittadini che ogni giorno transitano le banchine della rete metropolitana, un percorso visuale che possa far meglio conoscere il patrimonio artistico e culturale del territorio catanese, in maniera del tutto nuovo, contestualizzandolo con le stazioni delle diverse aree culturali della città.

La stazione Stesicoro sarà il primo test sperimentale, modello pilota per creare una linea guida progettuale. La scelta di questa linea, non è per nulla casuale. L’Ibam dopo anni di studio sul territorio di Catania, in particolare su alcuni dei siti e monumenti archeologici più importanti del cuore del centro storico della città, metterà a disposizione le sue conoscenze e i prodotti divulgativi della ricerca svolta. Tra immagini d’epoca, fotografie e contenuti scientifici anche strumenti multimediali per la fruizione di ricostruzioni virtuali come quella dell’anfiteatro romano di Catania per la creazione di un percorso tematico in grado di rievocare l’immagine della città antica nel suo rapporto con la modernità. 

“La ricerca specialistica che noi abbiamo fatto sulla città di Catania può ora essere tradotta nel linguaggio delle immagini e diventare patrimonio della città” spiega Malfitana.

Il modello richiamato è quello di Napoli, con la ‘stazione d’arte’ in cui il trasporto pubblico permette di vivere un’esperienza immersiva ed innovativa nell’arte contemporanea, ma molti sono i casi ai quali ispirarsi, soprattutto all’estero. “Ogni stazione potrà pian piano diventare, così, un laboratorio immersivo sulla città, curando un particolare aspetto, una storia, un monumento che diventi esso stesso la linea tematica da seguire nell’allestimento di ogni stazione della Metro. Per la linea Italia – conclude Malfitana - potrebbe essere il tema della Catania Liberty degli anni ’20.”

“Un museo diffuso tra le stazioni della metropolitana ha enormi potenzialità sia in chiave di promozione e sviluppo del sistema dei trasporti, per ottenere un allargamento della fruizione ed una maggiore incidenza sulla gestione e sostenibilità della mobilità pubblica su scala territoriale, sia per la capacità di attivare potenti segnali in chiave di specializzazione dell’offerta culturale diffusa sul territorio”, aggiunge Di Graziano. “Provare a realizzare tutto ciò all’interno della stazione Stesicoro di prossima apertura rappresenta la volontà di dare una direzione concreta a tali idee, con il fine ultimo di creare innovazione sociale coinvolgendo pubblica amministrazione, aziende, associazioni, ricercatori, cittadini per definire un ecosistema nel quale ogni attore interagisce per accrescere la visione di una stazione metropolitana non come semplice luogo di passaggio ma come spazio in grado di stimolare nuovi processi di apprendimento, studio e aggiornamento nei settori del patrimonio culturale e del turismo.”